OMAGGIO A PALMIRA. TESORI ARCHEOLOGICI PERDUTI


Tempio di Gerusalemme: distrutto per la prima volta nel 587 a.C. da Nabucodonosor, re di Babilonia. Riscostruito posteriormente e distrutto di nuovo durante l’assedio dei romani condotti da Tito nel 70 d.C. Ancora una terza volta venne distrutto da Adriano nel 135 quando rase al suolo la Giudea e sterminò i giudei.

Serapeo di Alessandria: tempio dedicato alla divinità Serapide e costruito nel III secolo a.C. Apprezzato per la sua importanza e conservato da parte di alcuni imperatori romani (Adriano lo fa perfino ricostruire dopo la sua distruzione durante le guerre). Venne distrutto posteriormente, nel 391 circa, da Teofilo, patriarca cristiano (secondo una delle possibili versioni dei fatti).

Pantheon di Roma: Papa Bonifacio IV lo fa diventare una chiesa cristiana nel 609 e, grazie a questo, si salvò dalla distruzione ma non dalle razzie del bronzo e delle sue decorazioni esterne (il bronzo fu fuso da papa Urbano VIII Barberini per fare i cannoni per Castel Sant’Angelo e il baldacchino di Gian Lorenzo Bernini nella basilica di San Pietro; così come usò le pietre del Colosseo per costruire il Palazzo Barberini).

Partenone di Atene: 1687, nella guerra fra cristiani e turchi, le truppe veneziane di Francesco Morosini fanno saltare in aria il Partenone per dimostrare ai turchi (che avevano il controllo della città di Atene da due secoli) chi era il più forte, distruggendo il simbolo più prezioso della città.

Palmira: 2015. Nella guerra civile in Siria, l’ISIS distrugge i monumenti storici del sito archeologico di Palmira per cancellare ogni traccia di paganesimo, decapitando il custode del sito.


Questi sono solo alcuni fra i più sconvolgenti esempi dell’azione dell’essere umano. Noi, umani ci consideriamo il più eccellente e perfetto fra gli animali, siamo gli unici ad avere la facoltà di parlare ed i più intelligenti. Beh, la storia dimostra ben più il contrario… dopo millenni non abbiamo imparato assolutamente nulla e continuiamo a commettere gli stessi atti fanatici. Perché sia che siamo cristiani, ebrei, buddisti, islamici od atei, siamo tutti fanatici ignoranti quando distruggiamo un simbolo del passato. La cieca ignoranza e la rabbia sono quelle che hanno portato l’uomo, fin dai tempi antichi, a cercare di cancellare un altro popolo con una religione diversa, non solo con lo sterminio dei suoi abitanti, ma anche con la distruzione degli edifici legati al loro culto. E diciamo “cercato” perché, in realtà, non c’è modo alcuno di far cambiare culto all’uomo, nemmeno se venisse rasa al suolo la sua città (anzi, si direbbe proprio che si ottiene il risultato opposto).

Tutti i popoli e tutte le religioni hanno un legame e una storia comune, e distruggere un simbolo del passato non è altro che distruggere parte di noi stessi, del nostro presente e del nostro futuro. Quello che viene fatto oggi da determinati gruppi, è stato fatto in passato, in tutte le epoche, ognuno per la difesa della propria fede”.

Non vogliamo dilungarci troppo in queste considerazioni, ma soltanto ricordare che quello che succede oggi è già successo e risuccederà, che non esiste il buono ed il cattivo, né la religione giusta né quella sbagliata. Tutte le religioni hanno sbagliato nella loro storia e hanno causato del male irreparabile, ma continuano a farlo e non sembra che ci sia verso per noi umani d’imparare dai nostri errori.

Da lunedì scorso, 27 marzo, in vista del primo G7 della cultura e del patrimonio, è esposto a Firenze, in Piazza della Signoria, una riproduzione dell’Arco di Palmira, distrutto dall’ISIS nel maggio del 2015. La riproduzione è stata realizzata dall’azienda Torart di Carrara, ed è stata esposta a Londra, Dubai e New York; è approdata ora a Firenze dove rimarrà fino al 27 di aprile. L’arco originale venne costruito probabilmente durante il regno di Settimio Severo (II-III d.C.), momento di massimo splendore di Palmira che era parte della provincia romana della Siria, e un punto fondamentale per i commerci fra il Mediterraneo e i paesi orientali.

Palmira (Tadmor in arabo) è un sito archeologico di grande importanza e un esempio delle civiltà greca, romana e persiana, dichiarato sito protetto dall’UNESCO dal 1980. Insieme all’arco menzionato, altri monumenti sono stati distrutti nello stesso atto terroristico, come il tempio di Baalshamin e quello di Bel, entrambi costruiti fra il I e il II secolo d.C.