IL PALIO DI SIENA


Il Palio di Siena è una manifestazione importantissima e molto sentita, non è una mera rievocazione storica, ma è parte integrante della vita delle persone di questa città, in quanto la contrada è come un allargamento della famiglia, i contradaioli sono prima di tutto amici.


Il Palio viene corso due volte all'anno: il primo, il 2 di luglio ed è quello chiamato di "Santa Maria in Provenzano", chiesa della città che presenta sull'altare centrale un busto della santa priva delle braccia, come vuole la leggenda.

Il secondo Palio viene corso il 16 di agosto, giorno successivo all'Assunzione della Vergine e per questo chiamato "Palio dell'Assunta".

Il nome Palio deriva dal drappellone, detto comunemente anche "cencio", un pezzo di seta finemente lavorato, che è il premio della competizione. Viene mostrato un mese prima della gara ed è opera di grandi artisti: per la corsa del 2 luglio è chiamato un artista senese e l'immagine da rappresentare deve essere in questo caso sempre quella della Madonna di Provenzano; mentre per la corsa di agosto l'immagine da riportare sul drappellone viene affidata a un artista internazionale; alcuni furono molto famosi, come Botero e Guttuso.

La realizzazione del Palio è un lavoro importantissimo, tant'è che una volta assegnato al vincitore il giorno dopo si comincia subito a preparare quello per l'anno successivo e ogni volta, la contrada che vince, lo conserva ed espone all'interno del proprio museo.

Il Palio di Siena conta fra i suoi antenati innumerevoli giochi e corse che dal 1300 venivano fatti all'interno delle mura cittadine, nel 1597 fu disputato il primo Palio "alla tonda", durante il quale i fantini, in sella ai proprio cavalli, dovevano fare tre giri di piazza del Campo; il Palio del 2 luglio invece risale al 1656, mentre dal 1701 vengono corsi due Palii in agosto: uno il 15 detto "alla lunga", ovvero senza fantino, partendo da fuori le mura per poi percorrere le varie strade e vie; l'altro il 16 "alla tonda" , cioè in piazza. Negli anni dell'occupazione napoleonica quello del 15 agosto venne sospeso e mai più ristabilito.

Nelle corse del Palio sono le contrade, ovvero i rioni in cui si suddivide la città, a sfidarsi le une contro le altre, spinte e sostenute da un profondo spirito di appartenenza a da un altrettanto forte senso di competizione. Le contrade si originano nel Rinascimento, quando erano in numero di 80, solo nel 1729 divennero le 17 attuali. Ogni contrada in realtà è un piccolo stato a sé, con le sue leggi e i suoi statuti; è retto da un Seggio che ha a capo un Priore ed è presente un Capitano che con dei contradaioli detti "mangini" o "tenenti" si occupa della corsa. Ogni contrada, inoltre, ha una sua chiesa o oratorio, dove avviene la benedizione del cavallo il giorno della corsa, una sede e il museo, nel quale vengono conservati i cimeli più importanti come i Palii vinti, le bandiere e l'archivio.

In ogni Palio corrono 10 contrade, ogni cavallo viene assegnato per estrazione e il fantino molto spesso è un professionista e raramente è senese, ma la maggior parte delle volte proviene dalla Sardegna o dal Lazio.

Nei giorni precedenti al Palio, come anche nel giorno stesso, in città si susseguono eventi e cerimonie, alcuni che sono quasi dei veri e propri rituali, come la scelta e l'assegnazione dei cavalli, o la celebrazione della messa e le benedizioni, altri più goliardici come le cene del rione; naturalmente il culmine, ovvero il momento più importante e carico di tensione viene raggiunto nella "giostra" vera e propria.

Arrivata l'ora della corsa i cavalli entrano secondo un ordine casuale di estrazione e vengono allineati tutti dietro il Canape (una corda) sulla Mossa, che è il punto di partenza, l'ultimo entra, invece, di rincorsa dando così l'avvio alla gara. Il mossiere è l'unico giudice che può stabilire se la partenza è valida, in tal caso si segnala con un rullo di tamburi, altrimenti viene sparato un mortaretto.

Una volta partiti i cavalli devono fare tre giri della piazza, che in totale equivalgono più o meno a un chilometro e i fantini possono ostacolarsi senza, però, trattenersi. Al momento dell'arrivo un cavallo può vincere anche se "scosso", ovvero senza fantino; la contrada vittoriosa si aggiudica il drappellone e per prima cosa si reca a ringraziare la Vergine nella chiesa di Santa Maria in Provenzano, nel Palio del 2 giugno, o in Duomo, in quello del 16 agosto; la serata poi continua con i festeggiamenti per tutte le vie del rione.

Il Palio comunque non consiste e non si esaurisce nei due giorni delle "giostre", ma è un'appartenenza, quindi un qualcosa di sempre presente e che in questi due giorni semplicemente si rende maggiormente visibile e acquista una maggiore risonanza.