CALCIO FIORENTINO


Il "calcio fiorentino", anche chiamato "calcio storico" o "calcio in costume" è una tradizione fiorentina che risale al XV secolo. Si tratta di un calcio mescolato con il rugby (e quasi con la lotta libera oggigiorno!) poiché la palla viene presa con le mani; si giocava soprattutto durante il carnevale e per questo motivo ha assunto anche il nome che fa riferimento ai costumi. Oggigiorno i giocatori si vestono con abiti storici, ognuno con i colori della propria squadra; sono quattro squadre una per ognun quartiere storico della città: Santa Croce (azzurri), San Giovanni (verdi), Santa Maria Novella (rossi) e Santo Spirito (bianchi).


Nel XV e XVI secolo, il "calcio fiorentino" era un gioco considerato aristocratico, derivato dal calcio che giocavano i ragazzini per la strada o i soldati negli accampamenti militari, però di più alto livello, per questo motivo alcuni dei principali cittadini di Firenze avevano partecipato, come Piero de' Medici, figlio di Lorenzo il Magnifico, Giulio de' Medici (futuro papa Clemente VII) o Cosimo I il Granduca. Si giocava alternativamente nelle principali piazze della città, però la versione che è arrivata fino a noi e che si è convertita in una delle feste tradizionali della città fu quella giocata dai militari, e da quel momento il gioco si sviluppa in senso più popolare e imita una partita importante nella storia della città: quella che giocarono i fiorentini nel febbraio del 1530 durante l'assedio che la città subì da parte delle truppe spagnole di Carlo V. Mentre la città si trovava sotto l'assedio del generale del re-imperatore (1529-30), i fiorentini decisero di giocare la loro tradizionale partita di "calcio" in piazza Santa Croce per dimostrare ai loro nemici, che stavano accampati lì vicino, fuori dalle mura, che non si lasciavano intimidire dalla situazione e che neppure avrebbero smesso di divertirsi.

Dopo la morte dell'ultimo membro dei Medici, Gian Gastone, nel 1739, si smette di giocare al "calcio fiorentino" perché ai nuovi granduchi, i Lorena, non interessava; scompare, quindi, per un paio di secoli fino a che non viene recuperato in epoca moderna, nel 1930 durante le celebrazioni dell'anniversario dell'assedio (400 anni) e della morte di Francesco Ferrucci, un eroe della Repubblica Fiorentina che morì per difendere la sua città nel 1530.

Negli anni '80 del XX secolo si stabilì come luogo permanente per le partite la piazza di Santa Croce, poiché fu il luogo dove si giocò la famosa partita del 1530, così si ricrea quella situazione particolare nonostante non si giochi più durante il carnevale, ma in giugno, in occasione della festa del santo patrono di Firenze, San Giovanni Battista. I giocatori sono uomini molto forti, molto robusti fisicamente, ricreando così l'idea dei militari che giocavano durante il riposo, e non quella del gioco aristocratico che era prima dell'assedio.

I primi regolamenti scritti di questo "calcio" particolare sono del 1555, però si considerano quelli di Giovanni Maria de' Bardi del 1580, i più usati e ufficiali. La partita dura 50 minuti, ogni squadra è formata da 27 giocatori tra i quali ci sono 5 portieri, e l'obiettivo è segnare, ovvero, far entrare la palla tra la parete e la rete; dopo ogni "gol", le squadre cambiano campo. La rete, in questo caso, si trova lungo i due estremi del campo e la parete è bassa; la palla deve essere messa tra le due senza che sia troppo bassa e che tocchi il muro, nè troppo alta e che vada sopra la rete. Il gioco si sviluppa in modo fisicamente violento provocando a volte ferite gravi ai giocatori, per questo motivo devono essere forti.

Per andare in piazza, prima della partita, tutti i giocatori escono da Santa Maria Novella e arrivano a Santa Croce in una sfilata storico-rievocativa.

Le semifinali si giocano nelle prime settimane di giugno in modo da fare la finale il 24, giorno di San Giovanni Battista.